Disturbi di personalità
I disturbi di personalità costituiscono delle modalità, relativamente inflessibili, di percepire, reagire e relazionarsi alle altre persone ed agli eventi. Tali modalità riducono pesantemente le possibilità del soggetto di avere rapporti sociali efficaci e soddisfacenti per sé e per gli altri.
Ognuno di noi ha particolari e caratteristiche modalità di relazionarsi agli altri ed agli eventi (tratti di personalità). Per esempio, alcune persone reagiscono a situazioni problematiche cercando aiuto e supporto; altri preferiscono fronteggiare le situazioni difficoltose in totale autonomia. Alcuni individui minimizzano i problemi mentre altri li esagerano.
Le persone in grado di adattarsi efficacemente alle diverse situazioni della vita tendono ad assumere una modalità alternativa quando lo stile abituale risulta inefficace. Al contrario, gli individui con disturbi di personalità sono rigidi e tendono a rispondere in modo inappropriato ai problemi della vita.
Le relazioni con i propri familiari, gli amici ed i colleghi di lavoro divengono difficoltose, insoddisfacenti, conflittuali, ed i soggetti affetti da disturbo di personalità vengono sistematicamente evitati. Tali modalità disadattive appaiono generalmente in adolescenza o nella prima età adulta e tendono a rimanere stabili nel tempo.
La maggior parte delle persone con disturbi di personalità risulta insoddisfatta e sofferente rispetto alla propria esistenza. Inoltre, presenta numerosi problemi interpersonali sul lavoro o nelle situazioni sociali. Sono molto frequenti sintomi depressivi, ansia, abuso di sostanze o disturbi alimentari.
I soggetti affetti da disturbi di personalità sono ignari che il loro pensiero o i propri modelli di comportamento sono inappropriati e disfunzionali. Tendono quindi a non cercare l’aiuto di uno specialista. Possono essere segnalati ai servizi psichiatrici dai loro amici o dai membri della famiglia dal momento che il loro comportamento causa significative difficoltà ad altre persone.
Quando cercano aiuto autonomamente spesso questo avviene a causa dei problemi quotidiani generati dai loro Disturbi di Personalità, o a causa di sintomi disturbanti quali ad esempio: ansia, depressione o abuso di sostanze. In questi casi, comunque, tendono a ritenere che i loro problemi siano causati dalle altre persone o dalle circostanze della vita sulle quali non ritengono di avere controllo.
Secondo il DSM-5 (APA 2013) queste caratteristiche combinate possono dare origine a 10 disturbi di personalità organizzati in 3 cluster (insiemi).
Cluster A dei disturbi di personalità
Condotte di comportamento bizzarre o eccentriche. I disturbi di personalità del Cluster A sono:
- disturbo paranoide di personalità
- disturbo schizoide di personalità
- disturbo schizotipico di personalità
Questi disturbi condividono un significativo disagio negli ambienti sociali, ritiro sociale e pensiero distorto. Il paranoide pensa che gli altri lo danneggino, lo schizotipico pensa che gli altri non si curano o non apprezzano la sua unicità, lo schizoide che gli altri sono crudeli e rifiutanti.
Cluster B dei disturbi di personalità
Condotte di comportamento drammatiche, emotive o disregolate. I disturbi di personalità del Cluster B sono:
- disturbo borderline di personalità
- disturbo narcisistico di personalità
- disturbo istrionico di personalità
- disturbo antisociale di personalità
Questi disturbi condividono difficoltà nel controllo degli impulsi e nella regolazione emotiva.
Cluster C dei disturbi di personalità
Condotte di comportamento ansioso o inibito. I disturbi di personalità del Cluster C sono:
- disturbo evitante di personalità
- disturbo dipendente di personalità
- disturbo Ossessivo-compulsivo di personalità
Questi disturbi si caratterizzano soprattutto per alti livelli di ansia, inibizione sociale, sentimenti d’inadeguatezza e un’ipersensibilità alle valutazioni negative.
Trattamento dei disturbi di personalitá
Uno specialista basa la diagnosi di disturbo di personalità sulla storia evolutiva della persona, ricercando modelli di pensiero e di comportamento ripetitivi e disadattivi. Queste regolarità tendono a diventare apparenti dal momento che la persona resiste tenacemente a cambiarle malgrado le loro conseguenze negative. Lo psicoterapeuta può anche interpellare le persone che interagiscono di solito con il paziente.
Fino a poco tempo fa, si riteneva comunemente che il trattamento psicoterapico non risultasse efficace per il trattamento dei disturbi di personalità. Ma è stato riscontrato che alcune tipologie di psicoterapia, prima fra tutte quella cognitivo-comportamentale, sono risultate efficaci nell’aiutare le persone affette da questi disturbi di personalità.
Raramente un trattamento di breve durata può curare un disturbo di personalità, anche se alcuni cambiamenti possono essere attuati più velocemente di altri. Per alcuni cambiamenti del comportamento possono essere necessari pochi mesi o un anno; gli atteggiamenti interpersonali richiedono tempi più prolungati per essere modificati.
Poiché le persone con un disturbo di personalità non ritengono che il proprio comportamento sia problematico, devono essere sistematicamente messe a confronto con le conseguenze negative dei loro pensieri e comportamenti disfunzionali. Per cui il terapeuta deve segnalare ripetutamente le conseguenze indesiderabili del loro modo di funzionare utilizzando, quando possibile, gli episodi che si verificano nella relazione tra terapeuta e paziente.
Non di rado risulta utile che il terapeuta fissi chiaramente ed esplicitamente i limiti nel rapporto terapeutico come ad esempio il fatto che non sono tollerate aggressioni verbali e urla come espressioni della rabbia. Tali frangenti costituiscono un’ottima occasione per aiutare il paziente a considerare l’impatto del proprio comportamento sugli altri, per insegnare condotte alternative più adattive e per rimuovere, almeno nel rapporto terapeutico, i rinforzi che il soggetto è abituato a garantirsi tramite la condotta disfunzionale.
La partecipazione dei membri della famiglia al trattamento è spesso utile, quando non essenziale, perché questi, senza volerlo, possono comportarsi in modo tale da rinforzare i pensieri e i comportamenti problematici del paziente.
Si rivelano inoltre utili, nel contribuire a cambiare i comportamenti socialmente indesiderabili o disfunzionali, la terapia familiare e di gruppo, come anche le terapie residenziali e i gruppi di auto-aiuto.
Lo psicoterapia individuale è generalmente la pietra angolare della maggior parte dei trattamenti. Nel contesto di un rapporto intimo e cooperativo, il soggetto può comprendere le fonti delle proprie sofferenze (esperienze di apprendimento) e riconoscere i propri comportamenti disadattivi (manipolazione, scarsa empatia, arroganza, diffidenza, evitamento, ecc.).

Disturbo paranoide di personalità
Caratterizzato da una forte sospettosità e diffidenza nei confronti degli altri, che persiste anche in assenza di reali minacce.

Disturbo schizoide di personalità
Caratterizzato da marcato distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di espressioni emotive in situazioni interpersonali.

Disturbo schizotipico di personalità
Caratterizzato da disagio acuto e ridotta capacità riguardanti le relazioni affettive e da distorsioni cognitive ed eccentricità di comportamento.

Disturbo borderline di personalità
Caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e da una marcata impulsività.

Disturbo narcisistico di personalità
Contraddistinto da un pattern pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia.

Disturbo istrionico di personalità
Caratterizzato da emotività eccessiva e pervasiva e marcati comportamenti seduttivi volti alla ricerca di attenzioni.

Disturbo antisociale di personalità
Si manifesta come un pattern pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che inizia nell’infanzia o nella prima adolescenza e continua sino all’età adulta.

Disturbo evitante di personalità
Caratterizzato da un pattern pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità al giudizio negativo.

Disturbo dipendente di personalità
Caratterizzato da bisogno eccessivo di essere accuditi, sottomissione e accondiscendenza per paura della separazione.

Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Si caratterizza per la preoccupazione eccessiva per l’ordine, per il perfezionismo e il controllo mentale e interpersonale.